Un ricercatore della Bowling Green State University ha studiato il fenomeno, analizzando i dati relativi un campione di oltre 1.800 soggetti, che sono stati seguiti per ventitre anni, dal 1980 al 2003. Lo studio ha analizzato diversi aspetti della correlazione tra i rapporti sessuali extra-matrimoniali e la fine del matrimonio. In particolare, lo studio si è posto diverse domande. In primo luogo, se il fatto che a tradire sia l’uomo o la donna cambi qualcosa, oppure in entrambi i casi vi sia lo stesso rischio di divorzio. In secondo luogo se vi siano caratteristiche del matrimonio che influenzano gli effetti dell’infedeltà.
L’analisi dei dati ha permesso di confermare che i rapporti extraconiugali sono fortemente correlati con un successivo divorzio, e che questa correlazione sarebbe costante indipendentemente dalla qualità “precedente” del matrimonio.
Gli uomini sarebbero 4 volte più propensi al tradimento delle donne, ma questo non si riflette in differenze sulle “conseguenze” del tradimento, che ha sempre la stessa probabilità di portare al divorzio. Invece, altri due elementi influenzerebbero questa probabilità: la religiosità della coppia e il fatto che la donna lavori o meno. Nel caso di coppie fortemente religiose, il tradimento comporterebbe una probabilità molto più alta di divorzio, mentre nel caso di coppie dove la donna lavora il perdono sarebbe più probabile.