Di ritratti che risultano estremamente realistici è pieno il mondo. Ma di ritratti di volti e corpi umani che arrivano a sembrare fotografie in alta definizione ce ne sono proprio pochi.
Ecco Gottfried Helnwein, austriaco, dipinge spesso bambini dallo sguardo ipnotico, mesmerizzante, basandosi sul tema della perdita dell’innocenza, del disastro della guerra. Una provocante, doverosa e dolorosa messa in opera dell’arte al fine di mostrare ciò che normalmente è più facile evitare di vedere chiudendo gli occhi di fronte alla tragedia umana.
Gottfried Helnwein nasce nel 1948 a Vienna (Austria) nel pieno dopoguerra. Lui stesso racconta di quanto sia stata triste la sua infanzia, di quanto la gente intorno a lui fosse costantemente infelice e ossessionata dai fantasmi del recente passato. La sua vita e la visione di essa è cambiata nel 1954 quando suo padre portò a casa il primo fumetto tradotto in tedesco di Paperino.
Sentivo di essere appena tornato a casa, in un mondo decente dove uno può essere appiattito da un rullo compressore e perforato dai proiettili senza subire ferite serie, un mondo in cui la gente sembra giusta con becchi gialli e pallini neri al posto del naso. E fu lì che incontrai l’uomo che mi cambiò la vita: Paperino. – Helnwein –
Per questo nelle sue opere si trovano spesso immagini di fumetti o addirittura interi quadri dedicati a Topolino o Paperino. In tempi difficili e disastrosi come quelli del dopoguerra, l’idea di un mondo fantastico e felice in cui rifugiarsi fu davvero importante per lui e per la sua maturazione artistica.
Sin dai tempi della scuola in un liceo cattolico capì di dover esternare la sua arte per mezzo di proteste e gesti provocatori: una volta, durante una lezione di disegno, si tagliò per sbaglio una mano e fece un ritratto di Adolph Hitler con il suo sangue, questo gesto lasciò talmente indignati i suoi insegnanti retrogradi che lo espulsero. Fu dopo quest’episodio che capì che esistevano due cose capaci di sconvolgere la gente intorno a lui: il sangue e il nazismo. Dopo l’espulsione decise di continuare a creare da un’altra parte e si aggregò al gruppo di Attivisti di Vienna, che facevano di proteste politiche e sociali la loro legge.
La caratteristica principale dell’arte di Helnwein è la condizione umana, e in primis, del bambino.
Cresciuto quindi in una scuola cattolica rigorosa in un periodo storico buio, aveva avuto da sempre a che fare con le immagini raccapriccianti di violenza sugli innocenti. Così, le tematiche della sofferenza e degli abusi inflitti ai più deboli sono da sempre nelle sue opere.